“Perché il vostro maestro mangia
insieme con i pubblicani e i peccatori?”
Mt 9,11
Se vogliamo entrare realmente in contatto con la realtà di una cosa o di una persona, il primo passo da compiere è di capire che ogni idea distorce la realtà e costituisce una barriera tra la nostra visione e quella realtà.
L’idea non è la realtà. L’idea «vino» non è il vino; l’idea “donna” non è questa donna. Se voglio realmente captare la realtà di questa donna Indiana, io devo ignorare le mie idee di ”femminilità” e di “indianità” e vedere questa donna nella sua ipseità, cioè nella sua concretezza, nella sua unicità. Purtroppo la maggior parte della gente il più delle volte non si prende la briga di vedere le cose in questa maniera, cioè nella loro unicità: sentono le parole, tengono conto delle idee, ma non guardano mai con gli occhi di un bambino questa entità concreta, unica, malleabile e viva che si muove davanti a loro. Vedono semplicemente un passero, non vedono la meraviglia irripetibile di questo essere unico che sta loro di fronte, così come vedono solo una piacente donna indiana.
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